COMPLESSITA’ e IMMAGINALE
Curare l’individuo conoscendo il suo universo di immagini. Creare un network di terapeuti per muoversi e agire nei mondi sconosciuti della sofferenza.
La medicina moderna si trova ad affrontare sempre più patologie croniche e complesse: dai disturbi del sistema immunitario –tiroiditi, nefropatie, sclerosi fino ai problemi motori- a manifestazioni cliniche a cui le attuali cure non sanno far fronte, come cefalee e fibromialgia, per citarne solo alcune.
Sempre più frequenti sono i disturbi psichici o quelli bollati come psicosomatici. Le difficoltà della sfera emotiva sono spesso negate dalla medicina ufficiale o, meglio, si preferisce patologizzare e dare nomi come dislessia, disgrafia, ADHD, senza addentrarsi nel complesso e misterioso mondo della sofferenza e delle sue manifestazioni.
Se altri approcci scientifici come la matematica, la fisica, l’antropologia ma anche la sociologia e l’economia ammettono l’importanza di considerare i sistemi come complessi, forse è giunta l’ora anche per la Medicina di rivedere i suoi parametri. Non basta più pensare che una medicina o un terapeuta possano risolvere le patologie come deus ex macchina; solo un approccio in rete, una collaborazione tra terapeuti che parlino la stessa lingua può permettere di supportare e prendersi cura della sofferenza in modo più ampio e profondo. Lo scopo non è sempre quello di spiegare perché il dolore è spesso un mistero, ma si può aiutare il sistema a ottimizzare le proprie risorse e dinamiche. Così anche la cura omeopatica da sola non può pretendere magiche soluzioni, ma agire da “attivatore” in cooperazione con altre cure.
Il grande merito delle Medicina Omeopatica è quello di aver messo al centro delle sue cure, l’uomo e il suo potere immaginale ed aver strutturato la sua metodologia per potersi muovere, in armonia con altri terapeuti, per aiutare i singoli sistemi a prendere coscienza e muoversi in modo nuovo nel proprio mondo.